Amianto, discariche abusive a cielo aperto?

Una segnalazione ci aveva informato, un paio di giorni fa, della presenza di amianto abbandonato nel greto di uno dei tanti torrenti che scendono a valle dai monti che circondano Amaseno. Così siamo andati a controllare e effettivamente diversi lastroni ondulati di Eternit, nome commerciale del cemento-amianto utilizzato per le coperture di tetti di fabbricati come magazzini e capannoni, giacevano lì, abbandonati alle intemperie.


L'Eternit è un materiale contenente amianto, il cui uso è stato vietato per legge dal 1994. Quando questo materiale subisce delle rotture, infatti, le fibre che lo compongono si liberano nell'ambiente e sono considerate altamente cancerogene, capaci di inquinare aria e acqua. Se respirate, le fibre di amianto possono entrare negli alveoli polmonari e provocare malattie neoplastiche fatali per l'uomo e gli animali. Questo perché sono in grado di dividersi in fibre sempre più piccole, nell'ordine di qualche micron.


Sorvolando sulla scarsa intelligenza e grande ignoranza ai limiti del criminale di chi smaltisce materiali pericolosissimi per l'ambiente in questo modo (il costo dello smaltimento dell'amianto è molto alto), la domanda che sorge spontanea è se esistono altre discariche del genere nel nostro territorio e, sopratutto, se le Autorità (ASL, Comune, Carabinieri, Corpo Forestale) ne siano a conoscenza.


Per la cronaca, la discarica che abbiamo documentato in questo articolo si trova presso l'incrocio tra la strada che porta al Santuario dell'Auricola, via Serrone e la strada che sale verso gli Arcioni costeggiando la montagna, subito dopo il piccolo ponte che passa sopra il letto del torrente.



In simili condizioni, esposti a pioggia, sole e vento, i manufatti diventano molto pericolosi: gli agenti atmosferici e la degradazione che subiscono, permettono alle fibre cancerogene di liberarsi nell'atmosfera e inquinare le falde idriche.

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