Epilogo scontato dopo settimane di inchieste: dopo la Procura di Roma, che indaga con l'accusa di peculato l'ex capogruggo PDL alla Regione Franco Fiorito, la condanna morale del Vaticano e una seconda inchiesta della Corte dei Conti, stasera la presidente Renata Polverini, dopo l'incontro con il presidente del Consiglio e la riunione con con il segretario nazionale del PDL Angelino Alfano, ha rassegnato le proprie dimissioni, "irrevocabili".
Bruttissima vicenda quella dei fondi del partito utilizzati a scopi personali, come ipotizzato dalla Procura. A prescindere dalle responsabilità penali, una cosa è certa: l'andazzo in regione, che andava avanti da tempo, ha sicuramente risvolti etici di cui qualcuno dovrà rispondere. Sì, perché l'impressione è che, ormai, la politica a questi livelli ha completamente perso il senso della realtà, divenendo un universo a parte rispetto alla vita reale.
Come scrive il sindaco di Pastena, Arturo Gnesi, "E’ una politica da basso impero, serve ad avere potere, soldi, successo, privilegi ed impunità, una politica che usa lo Stato e si serve dello Stato solo per foraggiare le cricche e le combriccole di ogni risma. La politica che sul palcoscenico, sotto i riflettori, dinanzi al pubblico si fa dotta, forbita, colta, suadente ma che una volta calato il sipario diventa rapace, volgare e cinica perché annienta prima di tutto il rapporto di fiducia con la gente, distrugge i valori, gli ideali e se ne frega dei compiti e degli impegni che aveva assunto".
E da questi "politicanti" prende le distanze anche Gianni Alemanno, sindaco di Roma, che parla di Partito delle Libertà "da rifondare".
Diventa surreale, a questo punto, l'estremo tentativo della Polverini della settimana scorsa, di voler immediatamente mettere mano alle forbici e "tagliare" i costi della regione, divenuti ormai insostenibili. Mossa patetica e improvvida, con infelice e tardiva scelta di tempo.
E che dire delle Opposizioni, felicemente addormentate in quella sorta di Eldorado del palazzo della Pisana? Improvvisamente, due giorni fa, si svegliano dal loro dolce torpore e decidono per le dimissioni, in segno di protesta contro il governo in carica e per provocarne, se non la caduta, la crisi.
Senza parlare dell'UDC che, pensate!, domani si riunirà per decidere il da farsi in regione.
Siamo ad un passo cruciale della nostra Storia: la politica (quella con la "p" minuscola) è ormai un qualcosa che sta in una realtà parallela alla nostra: se saprà rifondarsi e tornare ai compiti per i quali è nata, ed essere uno strumento in mano ai cittadini, bene. Ma ricordiamo una cosa: se siamo arrivati a questo una buona parte di responsabilità è anche di tutti noi, disposti a chiudere un occhio e forse tutti e due, pur di avere il nostro bel tornaconto. Dobbiamo tornare a pensare come una Comunità, in cui lo scopo di ognuno è il bene di tutti, e non credere di essere più furbi degli altri, e cercare di fregare il vicino.
Questo ci ha portati sull'orlo del baratro.
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