I Carabinieri della stazione di Amaseno hanno denunciato, in stato di libertà, un 63enne del posto sorpreso a sversare su un'area verde un'ingente quantità di acque reflue derivanti dalla lavorazione delle olive, provocando l'inquinamento delle acque superficiali.
Come ogni anno si ripresenta il problema di irresponsabili che attentano letteralmente alla salute pubblica, smaltendo in maniera scriteriata le acque scarto della lavorazione delle olive, prodotte in gran quantità in questo periodo.
La legislazione vigente prevede che le acque prodotte dalla lavorazione e dalla molitura delle olive possano essere smaltite, previa comunicazione al sindaco, sui terreni agricoli con dei limiti ben precisi, tra 50 e 80 metri cubi per ettaro di terreno nel corso di un anno, superati i quali la pratica diventa illegale, dal momento che il terreno non può assorbirne maggiori quantità le quali, a questo punto diventano inquinanti veri e propri per le falde acquifere.
Vogliamo ricordare quanto accaduto giusto un anno fa, quando le sorgenti di Don Kei e l'acqua della rete di distribuzione dell'acqua potabile improvvisamente assunsero il tipico odore e la consistenza oleosa dei reflui, impedendo di fatto l'utilizzo dell'acqua per qualsiasi esigenza, a cominciare dalla potabilità.
Purtroppo questa è solo una delle pratiche scellerate messe in atto da alcuni cittadini amasenesi, le quali vanno a pesare sulle spalle di tutta la comunità: rifiuti ingombranti abbandonati ai margini dei boschi, copertoni, plastica e amianto abbandonati nei greti dei torrenti, rifiuti gettati ovunque che hanno come risultato l'inquinamento sempre più diffuso dell'ambiente, con gravi ripercussioni per la nostra salute e per quella delle generazioni future.
Oltre alla lodevole attività di repressione messa in atto dalle Forze dell'Ordine, c'è bisogno, per la soluzione del problema, di una presa di coscienza generale di tutti i cittadini, che capiscano che debbono impedire e segnalare episodi del genere, nell'interesse di tutti.
Fonte: ogginotizie
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