I portali storici di Amaseno, tesori nascosti nei vicoli del centro storico

Per tutti quanti, turisti e residenti, attraversare il centro storico, passare a piedi tra i vicoli, guardare gli antichi palazzi, dovrebbe significare ripercorrere un pezzo della nostra storia. La memoria trasmessa dalle antiche pietre scalpellate che campeggiano sulle porte è importantissima per sapere qualche cosa in più delle nostre origini, del nostro passato, dei nostri avi. Una porzione ampia in questo processo di osservazione, che può presto trasformarsi in un percorso di
studi, è costituita dalla visione analitica dei portali: nel caso di Amaseno sono dei veri e propri capolavori, straordinari testimoni delle varie epoche, prevalentemente in pietra, veri e propri biglietti da visita dei palazzi i cui portoni sormontano. Dal portale, un occhio esperto può capire tantissime cose, innanzi tutto l’epoca di costruzione. Scalpellati in pietra, sono gli elementi più belli dei nostri centri storici: ad Amaseno ce ne sono di magnifici, di molte epoche diverse, la loro datazione si ricava dal fregio, sono spesso degli indicatori dello scopo della costruzione del palazzo stesso, o della famiglia a cui apparteneva. Stemmi nobiliari, iscrizioni sacre, simboli religiosi, piccoli volti animali e soprattutto le date dello stabile.
Finemente scolpiti sono quelli del tardo 1600 inizio settecento ed ottocento (vale a dire di impronta barocca e neoclassica), ma quelli più interessanti dal punto di vista storico ed artistico sono i più antichi, per la precisione medievali, che ancora possiamo rinvenire in quei palazzi in cui non sono stati rimossi. In alcuni vicoli attigui al maniero di Amaseno possiamo vedere nelle chiavi di volta dei portali dei tratti verosimilmente medievali: semplici, lineari e poco ornati, alcuni a sesto acuto alcuni a tutto sesto. Non sono molti gli studi fatti sui portali, qualcuno però è stato pubblicato e riguarda anche i paesi limitrofi come ad esempio Vellecorsa, Castro dei Volsci e Villa Santo Stefano, dove ce ne sono di magnifici.

Scendendo nei particolari, ci piace annoverare tutte le parti che li compongono. Innanzi tutto, bisogna vedere se si tratta di un arco a sesto acuto o a tutto sesto. Di archi a sesto acuto pullulano i nostri centri storici, li troviamo anche nelle antiche cantine che costeggiano il castello e di esso facevano parte. Invece per quanto concerne quelli a tutto sesto, è notevole la manifattura di alcuni fregi che istoriano le loro chiavi di volta. Spesso si tratta di lettere scolpite, di grandi dimensioni, che indicavano la fede della famiglia che abitava nello stabile: GHS, vuol dire Gesus hominum Salvator. In altri casi, la chiave di volta è abbellita dallo stemma nobiliare della famiglia proprietaria del sito: ci troviamo allora di fronte ad un palazzo gentilizio. Il discorso si estende ancora, quindi, leggere i portali significa entrare in una dimensione magica in cui emergono tracce dal passato che si concretizzano in simboli che spesso non ci soffermiamo ad osservare. Molto importanti nello studio dei portali antichi sono i due semi archi che possono essere semplici o compositi, intervallati da mensole anch’esse semplici o aggittanti, spesso prodotte in vistosi altorilievi soprattutto durante il periodo barocco. I piedritti poggiano poi su basi marmoree e tutti questi elementi insieme incorniciano il portone.
Sarebbe utile preservare queste testimonianze del nostro passato, magari censendo queste bellissime opere d’arte o magari istituendo una vera e propria anagrafe dei portali antichi esistenti nei nostri centri storici, con tanto di foto da usare anche come attrazione turistica. Si potrebbe, quantomeno, istituire una piccola anagrafe del portale antico, o interessare il Fai, l'ente che dal 1975 tutela e valorizza l'arte, la natura e il paesaggio italiani.

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