I tabernacoli murari di Santa Maria, due testimoni d’arte: due epoche diverse, due capolavori di valore inestimabile

Nel paese in cui si trova la straordinaria Collegiata gotico, cistercense, borgognona, edificata dai monaci francesi e consacrata al culto nel 1177, l’otto settembre, come testimonia l’atto di consacrazione ancora esistente, parlare d’arte è doveroso. Anzi, è il minimo
che possiamo fare per valorizzare i nostri tesori e renderli fruibili a tutti. Questa è la volta dei due Tabernacoli murari. Scolpiti in pietra, come prima detto, si trovano all’interno della collegiata di Santa Maria, incassati nelle sue pareti. Elementi importantissimi, testimoni di grande valore artistico, storico e, naturalmente, religioso. Il tabernacolo “gotico”, il più antico tra i due, austero e rigoroso, viene chiamato “gotico” proprio per la forma a sesto acuto che a sua volta contiene una bifora cava incassata nel muro. Tutto in pietra, probabilmente coevo alla chiesa stessa, sicuramente scolpito dalle maestranze francesi che eressero la fabbrica a tre navate.

Il secondo, invece, è chiaramente rinascimentale, complesso e raffinato, di grande pregio artistico. Ovviamente, ammirare e studiare siffatti elementi, contribuisce a dare sostanza e corpo al valore dato dalla presenza di “attrattori” di questo tipo in un determinato territorio. Tornando ai tabernacoli, tutti sanno che la loro funzione è quella di riporre il Santissimo Sacramento o gli Olii Santi. Il tabernacolo più antico, gotico, è collocato nella parete sinistra del presbiterio, ha in esso inserita una croce, bellissima, fatta a mosaico, dai bracci uguali, con tessere dorate. La nicchia, sicuramente concepita per riporre arredi sacri, è fatta a forma di bifora, dagli archi a tutto sesto. La colonnina centrale ha il capitello decorato a foglie di aro, con le punte che culminano in sfere mentre le altre due mezze colonnine laterali hanno i capitelli scolpiti a foglie di acanto. Secondo lo storico Giannetta e gli altri esperti che se ne sono occupati appartiene sicuramente al XII secolo. E’ importante notare che al bordo della lastra basale, sotto la colonna di centro, si trova il labro di un catino spezzato dove si versava l’acqua del lavabo, cit. Giannetta. Guardando l’altro tabernacolo, di dimensioni inferiori, si nota subito la differente epoca di realizzazione, infatti è del XV secolo, attribuito da tutti alla scuola di Mino Da Fiesole, peraltro identico a quello che si trova nella cattedrale di Ferentino. Scolpito su una lastra di pietra, nel bassorilievo spicca la figura dello Spirito Santo su una serie di elementi molto elaborati e complessi tra cui due angeli alati ai lati nonché le due cornucopie che simmetricamente lo concludono e ne guarniscono la parte finale. In esso troviamo un emblema gentilizio, verosimilmente quello del committente, che ha raffigurati un’ aquila ed un leone. Lo sportello centrale è sormontato da un architrave su cui è incisa la scritta Olea Sacra.

Le diverse epoche dei tabernacoli dimostrano che in diversi periodi sono stati apportati elementi nuovi alla bellissima Chiesa. Visitare la collegiata di Santa Maria è come aprire uno scrigno di tesori, gioielli da tutelare perché testimoni della nostra identità culturale, della nostra storia, del nostro passato, delle nostre radici.

Lara Celletti

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