Non c'è pace per l'acqua pubblica nel Lazio meridionale da quando la normativa nazionale ha introdotto gli Ambiti Territoriali Ottimali, affidandone la gestione a società miste pubblico/privato. Sono di questi giorni le notizie di aumenti tariffari in tutta la provincia di Frosinone (A.T.O. 5 gestita da
Acea), con molti dei comuni interessati che contestano la legittimità degli aumenti. Analogo discorso per l'A.T.O. 4, l'ambito territoriale della provincia di Latina cui appartengono anche i comuni di Amaseno, Villa S.Stefano, Giuliano di Roma e Vallecorsa in provincia di Frosinone, e i comuni di Anzio e Nettuno in provincia di Roma.
Proprio Giovedì scorso, 7 Agosto, si è tenuta presso la sede della provincia a Latina la conferenza dei sindaci dei comuni appartenenti all' A.T.O. 4 che avrebbe dovuto ratificare gli aumenti, deliberazione votata da una piccola parte dei comuni interessati (11 su 38), mentre altri 11 (Aprilia, Bassiano, Cisterna, Formia, Lenola, Maenza, Pontinia, Priverno, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, Sezze) hanno deciso di non partecipare alla votazione per protestare contro una conferenza "convocata con modalità illegittime, che scarica 44 milioni di Euro di aumenti sulle tasche dei cittadini e non restituisce alle comunità locali circa 46 milioni di Euro" e diramato un comunicato in cui spiegano le proprie ragioni. L'atto, nonostante il comune di Amaseno non fosse presente alla conferenza per "improrogabili impegni non differibili", ha l'appoggio incondizionato dell'amministrazione comunale amasenese, come dichiarato dal primo cittadino Antonio Como.
Quale possa essere l'effetto di una protesta clamorosa come questa non è dato sapere. Fatto sta che la legge che ha riorganizzato la gestione delle acque in Italia non funziona come dovrebbe, o come il legislatore aveva immaginato, visto che nessuno dei protagonisti in gioco è soddisfatto: gestori, comuni, amministratori ed utenti.
Di seguito il comunicato pubblicato dagli undici comuni :
"Giovedì 7 Agosto si è tenuta una conferenza dei sindaci in formato ridotto (solo 13 Sindaci su 38 hanno partecipato al voto finale) che aveva come unico punto all’ordine del giorno l’aggiornamento tariffario del servizio idrico. La seduta è stata convocata con modalità del tutto illegittime. La Presidenza e un ristretto numero di Sindaci, tuttavia, non hanno voluto sentire ragioni, anzi, hanno tentato goffamente di sanare con un atto ancor più illegittimo le procedure di convocazione.
Per tali motivi, pur riservandoci di opporci in tutte le sedi opportune, abbiamo deciso di non partecipare alla votazione di una seduta di fatto inesistente, pur facendo una serie puntuale e articolata di obiezioni nel merito del deliberato. In sostanza, una ristrettissima parte dei Sindaci dell’ATO (soltanto 11) hanno votato a favore di una deliberazione che scarica 44 milioni di euro sulle tasche dei cittadini, in termini di aumenti tariffari. Non solo, con lo stesso atto non hanno restituito alle comunità locali circa 46 milioni di euro.
Acqualatina, con quest’ultimo atto, dimostra di essere sempre di più una voragine senza fondo, con i conti totalmente fuori controllo, che sistematicamente vengono coperti scaricando sui Comuni e sugli utenti i disastri di più di un decennio di mala gestione.
I Sindaci o i rappresentanti dei Comuni di Aprilia, Bassiano, Cisterna, Formia, Lenola, Maenza, Pontinia, Priverno, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, Sezze"
Etichette: Acqualatina S.p.a., Antonio Como, ATO 4, aumenti tariffe, Tariffe idriche