Amaseno, esposto il Drappo Blu per la Giornata Mondiale per l'Autismo

Oggi, Giovedì 2 Aprile, si celebra la Giornata Mondiale per la diffusione della consapevolezza per l'Autismo, una sindrome incurabile considerata dalla comunità scientifica internazionale un disturbo
neuro-psichiatrico che interessa la funzione cerebrale, una patologia che si caratterizza in un comportamento tipico evidenziato da una marcata diminuzione dell'integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri ed un parallelo ritiro interiore. In concomitanza con tale evento gli enti e le associazioni esibiscono un Drappo Blu in segno di adesione all'iniziativa, come nel caso del Comune di Amaseno, dove sulla facciata del municipio da questa mattina campeggia, appunto, un drappo blu.
Proprio in relazione a questa malattia la consigliera regionale Daniela Bianchi è la prima firmataria di una legge sull'autismo che, attraverso vari strumenti (economici, medici, assistenziali) sia di aiuto ai malati e alle loro famiglie "in tutto l’arco della vita, ad integrazione delle politiche sociosanitarie, puntando su scuola, lavoro e formazione”.
Una legge nata da un'esperienza diretta "che mi ha fatto entrare in contatto con il mondo dell’autismo e il disagio delle famiglie- spiega la Bianchi -che reclamavano un’attenzione più alta non solo in termini di sostegno e accompagnamento, ma anche di ascolto e progettualità per il futuro dei loro figli”. L’autismo “sembra esistere soprattutto in ambito scolastico grazie alle attività di sostegno predisposte in tale settore -continua la consigliera- ma dopo la scuola la sindrome scompare per tornare silenziosamente a carico delle sole famiglie. Gli autistici finiscono per essere esclusi da qualsiasi funzione sociale e dagli istituti superiori"
La Bianchi termina spiegando che “dall’autismo non si guarisce, per questo motivo serve un protocollo ben delineato e applicato con il massimo rigore; una banca dati che monitori il disturbo a livello epidemiologico; una rete di assistenza integrata per definire il modello diagnostico e di presa in carico del soggetto; una formazione permanente delle figure professionali; un aggiornamento periodico delle linee guida regionali per cogliere i passi in avanti della ricerca sul tema; una carta dei servizi che di diritto devono essere offerti all’utente; un’assunzione di responsabilità delle istituzioni verso le oltre 600.000 famiglie coinvolte; e, infine, più’ informazione e sensibilizzazione sul disturbo”.

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