Procedono i lavori di sistemazione delle sorgenti di Donchei, tornano alla luce i manufatti dell'acquedotto per Terracina del II° secolo d.C.

Mentre sono stati aggiunti alcuni elementi, le panchine in marmo, alla già restaurata Fontana degli Ammalati di Donchei, procedono i lavori di sistemazione della vicina Fontana della Tasca, una
delle più importanti sorgenti amasenesi, ancora utilizzata dalle donne per l'antica usanza del bucato e meta degli agricoltori per l'approvvigionamento di acqua.
La fontana, tuttora recintata per permettere l'esecuzione dei lavori, è stata completamente ripulita, sistemato il fondo, e attualmente si sta procedendo alla posa in opera della massicciata in pietra che dovrà contenere le acque. L'opera, finanziata con i fondi messi a disposizione nell'ambito del PSR regionale, ha come primo fine un migliore sfruttamento delle acque per usi agricoli, ma anche una migliorata fruizione di questo angolo di verde da parte del cittadino e del turista.
La profonda pulizia cui è stata sottoposta la Fontana della Tasca ha riportato alla luce i manufatti di captazione delle acque che alimentavano l'antico acquedotto del II° Secolo d.C., che da Amaseno riforniva di abbondante acqua la città di Terracina. L'opera, di alta ingegneria idraulica, è stata per secoli dimenticata, almeno fino al XVIII° Secolo, quando vennero commissionati degli studi di fattibilità per il ripristino dell'acquedotto, in un momento di grande crescita e fermento per la città di Terracina, per l'aumentato fabbisogno idrico causato dal forte incremento demografico.

Del manufatto, che si snodava per 56 chilometri verso le città di Prossedi, Roccasecca dei Volsci e Priverno e lungo le pendici dei monti Ausoni prima di arrivare a Terracina, esistono diversi reperti nelle campagne della valle di Amaseno, soprattutto nella zona della Fontana degli Schiavoni e a Capodacqua, dove resistono, incuranti del tempo che passa, preziosi reperti.

Chissà che, in un prossimo futuro, non possa essere recuperata l'opera, o almeno quel che ne resta, e creare un percorso didattico archeologico, magari inserendovi il Ponte di Sant'Aneglio, che permetta di offrire agli appassionati e ai turisti una preziosa testimonianza della vita nella Valle a cavallo dell'Antico e Medio Evo, in cui le relazioni sociali e commerciali di Amaseno e delle zone circostanti erano strettamente legate con l'attuale Agro Pontino e il mar Tirreno verso Terracina. Anche alla luce della recente delibera con cui il comune di Amaseno recepisce e adotta il Piano e Regolamento del Parco Naturale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi, i cui punti principali sono la conservazione e la promozione dei beni naturali, ambientali, culturali e archeologici dei centri compresi nel territorio del parco.

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